mercoledì 25 maggio 2016

Celti sono stati i Primi Europei

I CELTI: I PRIMI EUROPEI

una comune radice delle popolazioni europee

Le regioni il cui il gruppo etnico dominante è quello celtico, o più precisamente quelle aree in cui è ancora parlata la lingua celtica.

IL PIEMONTE CELTICO

Tra il 1800 e il 600 a.c. i Celti arrivarono in Piemonte, i primi furono i Leponti che hanno lasciato molti reperti e testimonianza della loro vita e della loro cultura, la cosiddetta Cultura di Golasecca, che si fusero con i Liguri, una popolazione considerata autoctona dagli storici e che occupava oltre all’attuale Liguria gran parte del Piemonte e della costa tirrenica fino alla foce dell’Arno.

Le due popolazioni finirono per fondersi tra loro e dare luogo a una cultura celto-ligure di cui si conosce piuttosto poco, le informazioni storiche ci vengono dai greci e i romani che li hanno incontrati, ma che non sono riusciti a cogliere le differenze tra le varie etnie.

TRIBU’ CELTICHE DEL PIEMONTE

I Salassi occupavano l'alto canavese e la Valle d'Aosta, i Sallui erano stanziati nel vercellese, i Vertamacori nel novarese, i Taurini nella provincia di Torino, i Statielli nella zona di Acqui Terme e nelle valli Bormida, dell'Orba e forse nella Valle Belbo, i Bagienni fra Mondovì e il cuneese, i Dertonines a Tortona e nella zona della Valle Scrivia, gli Epuriati nella valle del Tanaro tra Asti e Alba, gli Epanteri tra Brà e Carmagnola, i Caburriati fra il Pellice ed il Po, i Lancenses e gli Ocelenses nelle valli delle tre Sture, i Laevi fra Chivasso e Trino ed i Vittimuli alle falde orientali della Serra d'Ivrea.

I Libici o Lebici , etnia celto-ligure, si attestavano nel territorio vercellese che giungeva a sud fino al Po e, facendo capo a Laumellum, l'attuale Mortara, si estendeva lungo le due rive del Sesia probabilmente fino alla confluenza del fiume col Po.

Non ci sono molti dati sulla consistenza numerica dei celto-liguri e sui reciproci rapporti politici ed economici.

Non vi sono segni di federazione nazionale di tipo politico, maggiori differenziazioni sono anche dovute a fattori ambientali, montagna e pianura.

La pastorizia con la relativa transumanza e lo sfruttamento delle risorse minerarie favorirono i contatti con l'opposto versante alpino, si affermò così per tutto il comprensorio montano un ecosistema unitario nelle sue espressioni culturali. 


Nella pianura fu il fiume a svolgere la funzione di catalizzatore dell'insediamento umano, i centri celto-liguri di maggior rilievo erano modesti insediamenti di carattere difensivo infatti secondo la definizione di Polibio (III-II sec. a.c.) tutto il territorio si presentava come un «paese senza città».

Roma iniziò la conquista della pianura Padana verso il II sec. a.c. al termine della seconda guerra punica, ma fu solo verso la fine dal I secolo a.c. che, con la conquista delle zone alpine, iniziò la definitiva romanizzazione del Piemonte


Nell'82 a.c. la Gallia Cisalpina divenne provincia romana.

 

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