mercoledì 21 settembre 2016

Maponos 2016 - L'Equinozio d’Autunno, la lenta esplosione di un Seme.


Maponos 2016

La lenta Esplosione di un Seme.

Un seme, la sua esplosione, la sua essenza, la sua presenza, la sua potenza.

Un albero è la lentissima esplosione di un seme.

Un seme che viene piantato nella nuda terra, lei ne custodirà il grande potere, tra le sue pareti umide, nel suo utero il seme crescerà.

Giunge così Maponos, l’equinozio d’autunno, arriva portato dal vento come una brezza marina, un ultimo spruzzo di sale che si posa sulla pelle. 

Astronomicamente parlando l’Equinozio d’Autunno quest’anno entrerà il 23 Settembre, ma la cultura celtica prevedeva il festeggiamento di questa celebrazione per tre giorni e quattro notti.

La Magia della natura è in questo piccolo e misterioso segreto, un seme, un piccolissimo progetto, un’idea, un delicato incantesimo che mette radici nel profondo della Terra.

Crescendo e diramandosi oltre l’idea e il pensiero, cresce nel nostro interno, diventa grande all'esterno come un fiume in piena scorre la linfa vitale.

Il seme piccolo diventa un albero. 

Siamo noi quell'albero, siamo noi quel seme. 

Tutti noi sogniamo in grande, così fa il seme, sogna di diventare immenso, e solo con la sua forza di volontà, con il suo potere riuscirà in questa sua impresa.

L’equinozio di autunno è una celebrazione vissuta in effetti come una festa iniziatica rivolta alla ricerca di un nuovo livello di consapevolezza.

È tempo di volgersi all'interiorità, nella parte declinante della Ruota dell’Anno che viaggia dentro noi stessi, entriamo nel tempo del buio per riflettere sui misteri della trasformazione attraverso la morte, giungendo alla consapevolezza del rifiorire della vita.

Maponos è anche il momento di passaggio, quando le porte tra il mondo visibile e quello invisibile diventano sottili. 

Gli antichi celebravano in questo periodo Mithra, signore del cosmo, che era visto come intermediario tra il mondo del divino e quello mortale.

La tradizione vuole che Maponos, come la fase successiva a quella del raccolto che è iniziata a Lughnasadh, il 1 agosto.
La rappresentazione del vino, l’ebbrezza prende il posto d’onore poiché emerge la nostra parte goliardica e festosa, siamo allegri, siamo felici, siamo vivaci, e senza pensieri.

Questo vuole insegnarci che il potere della vita è nascosto nella semplicità, nel vivere senza caricare troppo emotivamente i pensieri, senza ingigantire i problemi.

Per gli antenati celtici era un momento di riflessione sulla stagione appena passata, per celebrare la ricchezza della natura ed accettare che l’estate ormai finita. 

Il giorno del raccolto rappresenta un momento di riposo dopo il duro lavoro, ed un rituale di ringraziamento per i frutti della natura. 

Cosi anche noi dovremmo celebrare l’essenza della vita, il ringraziamento per la Terra, nel rispetto e nella meraviglia che il seme prima o poi diventerà un bellissimo Albero che ci donerà frutti e vita.

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